domenica 2 agosto 2009

Enoch, il Sesto discendente di Adamo e il primo vero profeta di Dio.

La figura di Enoch e di Melchisedek nella Bibbia:

il primo luogo nella Bibbia pervenutaci in cui figura il nome di Enoch è in Genesi 4:17. in questo caso ci si riferisce a Enoch figlio di Caino, e non ad Enoch discendente di adamo e profeta di Dio.

(Genesi4:17Ora Caino si unì alla moglie che concepì e partorì Enoch; poi divenne costruttore di una città, che
chiamò Enoch, dal nome del figlio. 18A Enoch nacque Irad; Irad generò Mecuiaèl e Mecuiaèl generò
Metusaèl e Metusaèl generò Lamech. 19Lamech si prese due mogli: una chiamata Ada e l'altra chiamata
Zilla. 20Ada partorì Iabal: egli fu il padre di quanti abitano sotto le tende presso il bestiame. 21Il fratello
di questi si chiamava Iubal: egli fu il padre di tutti i suonatori di cetra e di flauto. 22Zilla a sua volta
partorì Tubalkàin, il fabbro, padre di quanti lavorano il rame e il ferro. La sorella di Tubalkàin fu Naama.
23Lamech disse alle mogli:
"Ada e Zilla, ascoltate la mia voce;
mogli di Lamech, porgete l'orecchio al mio dire:
Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura
e un ragazzo per un mio livido.
24Sette volte sarà vendicato Caino
ma Lamech settantasette".)

però la cosa mi suona lo stesso alquanto sospetta, perchè alcuni dei nomi dei discendenti di Enoch figlio di Caino sono uguali ad alcuni dei nomi dei discendenti di Enoch settimo discendente di Adamo. mettiamo a confronto le 2 bloodlines(linee di sangue):

Caino - Enoch - Irad - Mecuiaèl - Metusaèl - Lamech -

Adamo - Seth - Enos - Kenan - Maalaleèl - Iared - Enoch - Matusalemme - Lamech - Noè.

in secondo luogo nel capitolo successivo si parla di Enoch discendente di Adamo:

(Genesi 5:21Enoch aveva sessantacinque anni quando generò Matusalemme. 22Enoch camminò con Dio; dopo aver
generato Matusalemme, visse ancora per trecento anni e generò figli e figlie. 23L'intera vita di Enoch fu di
trecentosessantacinque anni. 24Poi Enoch cammino con Dio e non ci fu più perché Dio l'aveva preso.)

i primi versetti del 6° capitolo di Genesi in realtà non sono altro che un piccolo estratto del "libro dei vigilanti" di Enoch dove la storia che in Genesi 6 è liquidata in poche righe viene narrata molto più dettagliatamente:

(Genesi 6
1Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, 2i figli di Dio videro
che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero. 3Allora il Signore disse: "Il
mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni".
4C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli
uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi.
5Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro
cuore non era altro che male. 6E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor
suo. 7Il Signore disse: "Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili
e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d'averli fatti".)

(l'angelo vigilante, è un Elohim, ovvero "ancangelo" "angelo arconte.", i loro figli, "i giganti" vengono chiamati Nafil (Nephilim), altrove Annunaki, nelle Bibbia figli di Anak.
Numeri 13:30Caleb calmò il popolo che mormorava contro
Mosè e disse: "Andiamo presto e conquistiamo il paese, perché certo possiamo riuscirvi". 31Ma gli
uomini che vi erano andati con lui dissero: "Noi non saremo capaci di andare contro questo popolo,
perché è più forte di noi". 32Screditarono presso gli Israeliti il paese che avevano esplorato, dicendo: "Il
paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese che divora i suoi abitanti; tutta la gente che vi
abbiamo notata è gente di alta statura; 33vi abbiamo visto i giganti, figli di Anak, della razza dei giganti,
di fronte ai quali ci sembrava di essere come locuste e così dovevamo sembrare a loro".

[Alcuni estratti dal libro dei vigilanti]
( il libro intero e molti altri apocrifi e gnostici li potete trovare on line a questo indirizzo:
http://www.intratext.com/IXT/ITA0406/
http://www.fuocosacro.com/pagine/gnosticismo/gnosticismocristiano.htm )

[1]Ed accadde, dacchè aumentarono i figli degli uomini,(che) in quei tempi nacquero ad essi ragazze belle d'aspetto.
[2]E gli angeli figli del cielo,
le videro e se ne innamorarono, e dissero tra loro:
"Venite, scegliamoci delle donne tra i figli degli uomini,
e generiamoci dei figli."
[3]e si presero per lore le mogli, e ognuno se ne scelse una, e cominciarono a recarsi da loro, e si unirono con loro.
E cominciarono ad insegnargli incantesimi e magie,
e mostrarono loro il taglio di piante e radici.
[4]ed esse rimasero incinte e generarono giganti la cui statura di ognuno e di tremila cubiti.
(Il cubito antico valeva circa 52,5 centimetri, quindi x 3000 =[157500 centimetri] 1575 metri. ma non escludo che ai tempi di Enoch il cubito avesse un diverso valore di misura..)
[5]Costoro mangiarono tutto il frutto della fatica degli uomini,
fino a non poterli gli uomini più sostentare.
[6]E i giganti si voltarono contro di loro per mangiare gli uomini.
[7]E cominciarono a peccare uccidendo e mangiando gli uccelli, gli animali, i rettili, i pesci, ne mangiarono la carne e ne bevvero il sangue.
[8]Allora la terra accusò gli iniqui.
[9]E Azazel insegnò loro a fare spada, coltello, scudo, corazza da petto, e armatura.
E mostro loro, quel che dopo di loro, e in seguito al loro modo di agire, sarebbe avvenuto.
[10]Allora Michele, Gabriele, Suriele ed Uriele, guardarono sulla terra e videro il molto sangue che vi scorreva, e tutta l'inquità che si faceva sulla terra.
[11]E dissero al loro signore, al Re:
Vedi, signore, quel che ha fatto Azazel,
di come ha insegnato tutte le Depravazioni sulla terra,
ed ha reso manifesti i segreti del mondo che si compiono nei cieli.
[12]E vedi come le donne generarono i giganti, e perciò tutta la terra si riempì di sangue e depravazioni. Vedi come Semeyaza ha insegnato gli incantesimi.
[13]Allora l'altissimo parlò:
Digli a nome mio di nascondersi!
e manifestagli la fine che verrà, poichè la terra tutta perirà.
Un diluvio verrà su tutta la terrà e ciò che è in essa perirà.
[14]Quanto alla vita della terra, che gli Angeli Vigilanti hanno corrotto,
annunzia che io farò vivere la terra, e che non tutti i figli dell'uomo periranno a causa del segreto di tutto quel che gli angeli vigilanti hanno distrutto ed insegnato ai loro figli.
[15]E tutta la terra si è corrotta per aver appreso le opere di azazel,
Ascrivi a lui tutto il peccato!
[16]E il signore disse a gabriele:
Và, contro i bastardi, i Reprobi e i figli di meretrice!
Distruggi di fra gli uomini i figli di meretrice e i figli degli Angeli Vigilanti!
[17]Falli uscire, e mandali l'uno contro l'altro.
essi stessi, poichè non hanno lunghezza di tempo, periranno per scambievole uccisione.
[18]E tutti loro ti pregheranno, e non riuscirà ai loro padri-
perchè per loro i padri sperano la vita eterna.
Che ognuno di loro viva cinquecento stagioni di pioggia!
[19]Voi stavate in cielo e le cose misteriose non vi erano state rese manifeste.
Avete appreso un segreto abominevole e lo avete raccontato alle donne.
[20]E per questo segreto donne e uomini fanno aumentare la cattivera sulla terra.
Per voi non ci sarà pace!


troviamo poi altre traccie del nome di Enoch disseminate qua e là nella Bibbia pervenutaci:

in siracide 44:16 e 49:14
(16Enoch piacque al Signore e fu rapito,
esempio istruttivo per tutte le generazioni.)
(14Nessuno fu creato sulla terra eguale a Enoch;
difatti egli fu rapito dalla terra.)

nella lettera agli Ebrei 11:5
(5Per fede Enoch fu trasportato via, in modo da non vedere la morte; e non lo si trovò più, perché Dio lo
aveva portato via. Prima infatti di essere trasportato via, ricevette la testimonianza di essere stato gradito
a Dio. 6Senza la fede però è impossibile essergli graditi; chi infatti s'accosta a Dio deve credere che egli
esiste e che egli ricompensa coloro che lo cercano.)

e nella lettera di Giuda vv.14,15.
(14Profetò anche per loro Ènoch, settimo dopo Adamo, dicendo: "Ecco, il Signore è venuto con le sue
miriadi di angeli per far il giudizio contro tutti, 15e per convincere tutti gli empi di tutte le opere di
empietà che hanno commesso e di tutti gli insulti che peccatori empi hanno pronunziato contro di lui".)

Tratto da:
APOCRIFI
DELL'ANTICO
TESTAMENTO...

A CURA DI
PAOLO SACCHI

con la collaborazione di
PAOLO BETTIOLO, GABRIELE BOCCACCINI
MARIO ENRIETTI, MAURIZIO LANA, PAOLO MARRASSINI,
LILIANA ROSSO UBIGLI...

Volume secondo.

LIBRO DEI SEGRETI DI ENOC...


INTRODUZIONE DEL CURATORE



1. Piano del libro.

Il Libro dei segreti di Enoc racconta un viaggio di Enoc al cielo. La tradizione enochica conosce parecchi viaggi celesti attribuiti ad Enoc 1 e ognuno, evidentemente, aveva la funzione di aggiungere nuovi elementi alla rivelazione enochica o magari, come spesso accadeva, di correggere qualcosa delle rivelazioni precedenti.
Quando Enoc si trovava nel 365° anno della sua vita, quindi già vicino alla morte, gli apparvero due angeli, che lo presero con sé e lo portarono fino alla presenza di Dio, che abitava nel settimo cielo, facendogli percorrere, uno per uno, tutti i cieli intermedi. Enoc poté così vedere il mondo celeste, che ha due aspetti: da un lato è la sede dei corpi celesti, degli angeli nonché di Dio, dall'altro è anche il luogo dell'eschaton, che sarà (e in qualche misura lo è già) in cielo e non in terra. Egli vede le strutture celesti che noi chiameremmo fisiche: le cause dei fenomeni atmosferici, i movimenti degli astri con le loro leggi e con gli angeli che li governano, la misura vera del tempo. Contemporaneamente vede le strutture dell'aldilà con l'inferno e il paradiso, vede la prigione degli angeli peccatori; convince gli angeli Grigori(il termine Grigori ha una forte assonanza con "l'Eggregora".), che avevano sospeso il servizio liturgico, a riprenderlo.
Arrivato al settimo cielo e passato sotto la guida non più di due angeli semplici, ma di angeli superiori, è portato alla presenza stessa di Dio, che egli può vedere, contrariamente alla tradizione enochica più antica, che insisteva sull'impossibilità umana di vedere Dio (cfr. 1Enoc [LV], XIV, 18 19, dove si dice che nemmeno gli angeli possono guardare Dio) e, di conseguenza, sulla sua ineffabilità. Dio stesso gli parla per dirgli che ha intenzione di svelargli anche il segreto della creazione, che è ignoto perfino agli angeli. Dà perciò incarico all'arcangelo Vereveil (probabilmente l'Uriele di 1Enoc) di dettare a Enoc tutti i segreti della creazione. Nascono così i 360 libri di Enoc, che contengono tutto lo scibile.
Enoc viene poi riaccompagnato sulla terra dove potrà restare per un mese, durante il quale insegnerà ai figli tutto ciò che ha visto nei cieli e darà loro i princìpi della halakah 2 vera, il cui fondamento è l'amore per tutti gli esseri viventi, compresi gli animali. Non si parla mai di universalismo, ma esso non è improbabile.
Grande importanza ha per il nostro autore il culto e su questo punto si trova in contrasto con le norme cultuali *riguardanti il modo di sacrificare gli animali, quali sono praticate in Gerusalemme.
Alla fine del periodo assegnatogli, Enoc è condotto di nuovo in cielo. E' l'inizio della cosiddetta "Appendice di Melchisedec", che chiameremo 2HM. Useremo invece la sigla 2HE per indicare la prima parte dell'opera, quando è necessario contrapporla alla seconda. Da questo punto il racconto avrà come figura centrale Melchisedec. Allontanatosi Enoc da questa terra, il popolo chiede a Matusalemme di farsi sacerdote di Dio. Matusalemme dice che penserà Dio a sceglierne uno; Dio però, si limita a dire a Matusalemme che deve ascoltare la voce del popolo: si capirà in seguito la causa di questo impegno limitato di Dio.
Il popolo crea sacerdote Matusalemme stesso. Quando Matusalemme è vicino a morire, gli appare in sogno Dio che lo invita a trasmettere il suo sacerdozio al nipote Nir, fratello, altrimenti ignoto, di Noè. Nir ha una moglie: Sofonim, la quale concepisce virginalmente e dà alla luce un bambino che nasce con le insegne del sacerdozio e già capace di esprimersi come un adulto. Nir rinuncia subito al suo sacerdozio per far posto a questo sacerdote, che sarà "sacerdote dei sacerdoti per sempre": il sacerdozio di Matusalemme era puramente storico. Sacerdozio autentico è solo quello eterno di Melchisedec. Mentre il diluvio sta per arrivare e travolgerà anche Nir e la sua stirpe, l'arcangelo Michele porta il bambino in salvo nell'Eden, dove vivrà per sempre.
Nell'insieme si ha l'impressione di un'opera che sviluppa una tradizione sacerdotale enochica 3 in mezzo ai problemi del pensiero giudaico del I secolo, con particolare riferimento al rapporto fra le funzioni di Enoc e quelle di Melchisedec.

[*continua dal libro dei vigilanti (sui Sacrifici)]
[21]E Uriele mi disse:
"qui stanno gli spiriti degli angeli che si sono uniti con le donne, e che assumendo molti aspetti, hanno indotto gli uomini in errore,
sicchè essi offrano sacrifici ai Démoni, come agli Déi.
[22]E andai in giro fino al luogo in cui non si faceva alcunchè, e vidi colà una cosa tremenda:
Sette stelle del cielo legate insieme, sopra a enormi montagne di fuoco ardente!
[23]Allora io dissi:
per quale peccato sono state legate?
E Uriele mi disse:
quelle sono di frà le stelle, le uniche che trasgredirono l'ordine del Dio altissimo.
E sono state legate qui, finchè non si compiano DieciMila Secoli.
Il numero dei giorni della pena del loro peccato.
Staranno qui fino al giorno del grande giudizio, nel quale saranno, fino al loro compimento, definitivamente condannati.
Questo luogo è la prigione degli angeli, e qui essi saranno tenuti in eterno.
(10 mila secoli sono 1'000'000. (un milione) di anni)

Cfr. Paolo in 1°Corinzi 10:20
19Che dico dunque? Che la carne immolata agli idoli è qualche cosa? O che un idolo è
qualche cosa? 20No, anzi quello che sacrificano ai demòni lo sacrificano e non a Dio. Ora, io non voglio
che voi entriate in comunione con i demòni; 21non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni;
non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni.
ma le citazioni da fare a riguardo sarebbero veramente tante!
Osea 6:6 8:11,13. Isaia 1:11,16. Geremia 7:21,27. ecc.
[Perchè voglio l'amore e non i sacrifici, la conoscenza di Dio non gli olocausti.]
[Ezechiele 36:13,14.Così dice Dio, mio signore: Poichè dicono di voi: "Sei una terra che mangia gli uomini, che hai eliminato i tuoi nati.
Perciò non mangerai più gli uomini e non eliminerai più i tuoi nati, Oracolo di Dio, mio signore.]
[Salmo 14:3.Tutti sono traviati, sono tutti corrotti; più nessuno fa il bene, neppure uno. 4Non comprendono nulla tutti i malvagi, che divorano il mio popolo come fosse pane? (Romani 3:10,18.)]
[Geremia 6:20.Cosa m'importa che venga incenso da Saba, e ottima cannella da un paese lontano? i vostri Olocausti non sono di mio gradimento, e i vostri Sacrifici non mi piacciono.]
[Salmo 40:7.Sacrifici e offerte tu non gradisci, le orecchie mi hai ben aperto! Olocausto e Sacrificio "per il peccato" tu non domandi.]
[Salmo 44:3,12,23.Spodestasti nazioni e al loro posto li piantasti;
affliggesti popoli, mentre loro li rendevi numerosi.
Ci hai reso qual gregge da macello e ci hai disperso in mezzo alle nazioni.
Si a causa tua siamo messi a morte tutto il giorno. E siamo trattati come gregge da macello.]
[Romani 8:31 Che diremo dunque riguardo a queste cose?
Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?
32 Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?
33 Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica.
34 Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi.
35 Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?
36 Com'è scritto:
«Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno;
siamo stati considerati come pecore da macello».

37 Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati.
38 Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future,
39 né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.]
[Salmo 50:5.Radunatevi davati a me, o voi tutti che nel Sacrificio avete stretto l'alleanza con me.
6perchè annuncino i cieli che Dio è Giudice Giusto.
7Ascolta, o popolo mio, perchè voglio parlare, o Israele. Contro di te vorrò testimoniare. Io Sono Dio, il tuo Dio.
8Non per i tuoi Sacrifici ti muoverò rimproveri, nè per i tuoi Olocausti, che sono sempre dinnanzi a me.
9Giovenchi dalla tua casa non accetto, nè arieti dai tuoi ovili.
10Poichè mie sono tutte le fiere della selva, come le bestie sui miei monti a migliaia,
11A me sono noti tutti gli uccelli dell'aria, e mio è tutto ciò che brulica nei campi.
12Se avessi fame non mi rivolgerei a te, perchè mio è il mondo e tutto ciò che contiene.
13Ho forse bisogno di mangiare la carne dei tori e di bere il sangue degli arieti? ]
[Proverbi 21:3.Praticare la giustizia e l'equità dal Signore è preferito ai Sacrifici.]
[Il gran comandamento
=Mt 22:34-40 (Lu 10:25-37; Ro 13:8-10)
Marco 12:28 Uno degli scribi che li aveva uditi discutere, visto che egli aveva risposto bene, si avvicinò e gli domandò: «Qual è il più importante di tutti i comandamenti?»
29 Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele: Il Signore, nostro Dio, è l'unico Signore:
30 Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua".
31 Il secondo è questo: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Non c'è nessun altro comandamento maggiore di questi».
32 Lo scriba gli disse: «Bene, Maestro! Tu hai detto secondo verità, che vi è un solo Dio e che all'infuori di lui non ce n'è alcun altro;
33 e che amarlo con tutto il cuore, con tutto l'intelletto, con tutta la forza, e amare il prossimo come sé stesso, è molto più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
34 Gesù, vedendo che aveva risposto con intelligenza, gli disse: «Tu non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno osava più interrogarlo.]



(Per Scaricare il Video in Alta Definizione Clikka qui:)
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tratto da: "magia bianca e nera" di C.W. Leadbeater
INVOCAZIONI MALIGNE
Vi è il lato buono di tale magia, ma vi è anche un lato veramente malvagio, come si riscontra nelle cerimonie dei Voodoo o dei negri Obeah. In queste cerimonie i maghi tentano di invocare aiuto dall'esterno allo scopo di operare il male sul piano fisico; ed è fuor di dubbio che essi talvolta ottengono un considerevole successo nei loro nefasti sforzi. La stessa cosa può occasionalmente essere veduta in India, più specialmente fra le tribù delle montagne, dove degli dèi tribali vengono adorati e molto frequentemente l'adorazione assume la forma di sacrifici propiziatori e, di rimando, la deità tribalica produce dei risultati sul piano fisico. Leggiamo per esempio di villaggi nei quali tutto andava bene sino a quando la deità del villaggio riceveva le sue offerte usuali, ma dal momento che questi pasti regolari divenivano irregolari si manifestavano perturbazioni in un modo o in un altro. Fuochi spontanei scoppiavano nelle varie capanne del villaggio non appena cessavano di curare la loro deità tribalica nel modo usuale. In tali casi è indubbio che un'entità che godeva del culto tributatogli provava piacere e profitto dei sacrifici che le erano offerti. E noto che tali sacrifici sono di solito di due specie: sacrificio di qualche creatura vivente della quale viene versato il sangue, oppure cibo di qualche specie, preferibilmente carne fresca bruciata, i fumi della quale possono spandersi. Ciò implica che la tribalica deità è di un grado molto basso perché possiede un veicolo nella parte eterica del piano fisico, attraverso il quale può assorbire questi fumi fisici o trarne particolare nutrimento od un'esperienza piacevole prendendone parte. Si può prendere come una regola assolutamente certa che ogni deità, sotto qualsiasi nome possa mascherarsi che pretenda sacrifici di sangue o sacrifici di cose bruciate è soltanto uno spirito di natura molto basso; soltanto tali entità possono provare piacere in queste abominazioni. Si ricorderà che nei primi tempi della religione ebraica orribili olocausti di tale natura venivano frequentemente offerti, ma avvicinandosi al livello presente, la razza ebraica ha preso il suo posto nella civiltà, e tali sacrifici sono naturalmente cessati. Non è certamente necessario insistere sul fatto ovvio che nessun essere evoluto, deva o angelo, possa solo per un momento richiedere o consentire di ricevere qualche forma di offerta che comprenda la morte o la sofferenza di qualche creatura. Nessuna deità benefica si è giammai dilettata e contaminata con l'odore dei fumi del sangue; le religioni del tipo più elevato hanno costantemente impedito tali orrori.



quanto al personaggio di Melchisedec, il primo luogo della Bibbia pervenutaci in cui figura è in Genesi 14:17,20.
(17Quando Abram fu di ritorno, dopo la sconfitta di Chedorlaomer e dei re che erano con lui, il re di
Sòdoma gli uscì incontro nella Valle di Save, cioè la Valle del re. 18Intanto Melchisedek, re di Salem,
offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo 19e benedisse Abram con queste parole:
"Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,
creatore del cielo e della terra,
20e benedetto sia il Dio altissimo,
che ti ha messo in mano i tuoi nemici".
Abram gli diede la decima di tutto.)

e poi nel salmo 110:4
(4Il Signore ha giurato
e non si pentirà:
"Tu sei sacerdote in eterno
secondo l'ordine di Melchisedek".)

e nella lettera agli Ebrei(5:6,10. 6:20) come citazione del salmo 110.

e una migliore descrizione al capitolo 7° della medesima lettera (di un autore non meglio identificato, probabile discepolo di Paolo.)
(1Questo Melchìsedek infatti, re di Salem, sacerdote del Dio Altissimo, andò incontro ad Abramo mentre
ritornava dalla sconfitta dei re e lo benedisse; 2a lui Abramo diede la decima di ogni cosa; anzitutto il
suo nome tradotto significa re di giustizia; è inoltre anche re di Salem, cioè re di pace. 3Egli è senza
padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, fatto simile al Figlio di Dio
e rimane sacerdote in eterno.(stando però alla testimonianza di Enoch egli è figlio di Nir fratello di Noè, nonchè nipote di Matusalemme.)
4Considerate pertanto quanto sia grande costui, al quale Abramo, il patriarca, diede la decima del suo
bottino. 5In verità anche quelli dei figli di Levi, che assumono il sacerdozio, hanno il mandato di
riscuotere, secondo la legge, la decima dal popolo, cioè dai loro fratelli, essi pure discendenti da Abramo.
6Egli invece, che non era della loro stirpe, prese la decima da Abramo e benedisse colui che era
depositario della promessa. 7Ora, senza dubbio, è l'inferiore che è benedetto dal superiore. 8Inoltre, qui
riscuotono le decime uomini mortali; là invece le riscuote uno di cui si attesta che vive. 9Anzi si può dire
che lo stesso Levi, che pur riceve le decime, ha versato la sua decima in Abramo: 10egli si trovava infatti
ancora nei lombi del suo antenato quando gli venne incontro Melchìsedek.
11Or dunque, se la perfezione fosse stata possibile per mezzo del sacerdozio levitico - sotto di esso il
popolo ha ricevuto la legge - che bisogno c'era che sorgesse un altro sacerdote secondo l'ordine di
Melchìsedek, e non invece secondo l'ordine di Aronne? 12Infatti, mutato il sacerdozio, avviene
necessariamente anche un mutamento della legge. 13Questo si dice di chi è appartenuto a un'altra tribù,
della quale nessuno mai fu addetto all'altare. 14È noto infatti che il Signore nostro è germogliato da Giuda
e di questa tribù Mosè non disse nulla riguardo al sacerdozio.
15Ciò risulta ancor più evidente dal momento che, a somiglianza di Melchìsedek, sorge un altro
sacerdote, 16che non è diventato tale per ragione di una prescrizione carnale, ma per la potenza di una vita
indefettibile. 17Gli è resa infatti questa testimonianza:
Tu sei sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchìsedek.
18Si ha così l'abrogazione di un ordinamento precedente a causa della sua debolezza e inutilità - 19la
legge infatti non ha portato nulla alla perfezione - e si ha invece l'introduzione di una speranza migliore,
grazie alla quale ci avviciniamo a Dio.
20Inoltre ciò non avvenne senza giuramento. Quelli infatti diventavano sacerdoti senza giuramento; 21
costui al contrario con un giuramento di colui che gli ha detto:
Il Signore ha giurato e non si pentirà:
tu sei sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedek.
22Per questo, Gesù è diventato garante di un'alleanza migliore.
23Inoltre, quelli sono diventati sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare a lungo;
24egli invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. 25Perciò può salvare
perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a
loro favore.
26Tale era infatti il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai
peccatori ed elevato sopra i cieli; 27egli non ha bisogno ogni giorno, come gli altri sommi sacerdoti, di
offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché egli ha fatto questo una volta
per tutte, offrendo se stesso. 28La legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti all'umana
debolezza, ma la parola del giuramento, posteriore alla legge, costituisce il Figlio che è stato reso perfetto
in eterno.)


3. Ambiente del testo più antico.

Il problema fondamentale per l'interpretazione di B è rappresentato, come è ovvio, dalla sua data e dall'ambiente che lo ha prodotto. La stragrande maggioranza degli autori è favorevole a un'interpretazione giudaica. Il De Santos Otero elenca così i fautori dell'origine giudaica, che egli stesso condivide 11: Charles, Bonwetsch, Bousset, Harnack, Schurer, Székely, Riessler, Schmidt, Eissfeldt, Scholem, Pines, Delcor, Denis, Kamlah, Mascerskij, Philonenko, Stichel. Posso aggiungere Rowley H. H. 12 e, ora, anche l'Andersen. Sono contrari, oltre a coloro, già menzionati, che vogliono il testo tardo, anche il Vaillant e il Daniélou, i quali vi vedono forti influssi cristiani, e soprattutto il Rubinstein, che parla di vera e propria origine cristiana.
In quanto all'Andersen, sebbene egli dichiari che il Libro dei segreti di Enoc è un enigma e che pertanto non può essere usato per scopi storici 13, tuttavia mi sembra che la sua posizione dipenda più da una sua filosofia di superprudenza (oggi non rara fra gli studiosi), che da vera mancanza di argomenti da addurre. Egli esclude sia l'origine cristiana sia quella giudaica, ma chiaramente solo nel senso che il Libro dei segreti di Enoc non può appartenere ai mainstreams delle due religioni 14. E su questo non ci sono dubbi.
Il Libro dei segreti di Enoc ignora Mosè e Abramo; e 2HM sostituisce l'espressione biblica "Dio di Abramo..." con l'espressione "Dio di Enoc".(credo che questo sia più che ovvio, il primo manoscritto originale, ormai perso, risale a 13 generazioni prima di Abramo, anche se la copia più antica pervenutaci risale al I Sec. d.C, questo non significa che l'originale non sia parecchio più antico.) Ma questa è polemica interna del giudaismo e l'Andersen ha ragione, quando avanza l'ipotesi che il Libro dei segreti di Enoc sia il frutto di una frangia settaria 15. Secondo l'Andersen, per poter risolvere il mistero del Libro dei segreti di Enoc, bisognerebbe poter identificare questo gruppo: ma è proprio il Libro dei segreti di Enoc che lo identifica, anche se non gli dà un nome. Del resto, è improbabile che i membri stessi del gruppo se lo dessero: il nome degli Esseni non ci viene dalle loro opere, ma dall'esterno. E' anche notevole che tutte le ipotesi possibili avanzate dall'Andersen, che non si escludono reciprocamente, ruotino tutte intorno al I sec. dopo Cristo.
Particolarmente acuta è l'osservazione che egli fa 16 circa il rapporto fra il vangelo di Matteo e il Libro dei segreti di Enoc. I raffronti fra Nuovo Testamento e il Libro dei segreti di Enoc si limitano al vangelo di Matteo: poiché è improbabile che un autore cristiano più tardo, conoscesse del Nuovo Testamento solo il vangelo di Matteo, ne consegue che la soluzione più probabile è che il Libro dei segreti di Enoc derivi da un ambiente palestinese che aveva conosciuto il vangelo di Matteo, che è il più giudaico per mentalità fra i sinottici e del quale la tradizione ricorda l'esistenza di una versione aramaica 17.
L'argomento fondamentale del Rubinstein per affermare l'origine cristiana del Libro dei segreti di Enoc merita di essere discusso, o almeno presentato; egli osserva che gli studiosi del Libro dei segreti di Enoc si limitano, in genere, a parlare del testo fino al cap. LXVIII, che conclude la traslazione al cielo di Enoc; tralasciano di affrontare il problema della lunga "appendice", che narra della nascita verginale di Melchisedec e come questo sia il Sacerdote eterno, "il sacerdote di tutti i sacerdoti per sempre" (per esempio: vedi LXXI, 29). L'analogia con la Lettera agli Ebrei è evidente; ma proprio il fatto che questo sacerdozio eterno sia attribuito a Melchisedec, e non a Gesù secondo l'ordine di Melchisedec, da un lato rappresenta una grave difficoltà all'interpretazione cristiana, dall'altro porta anche il testo di 2HM nel tempo della problematica melchisedechiana fra Qumran e la Lettera agli Ebrei.
E' abbastanza frequente, in questo tipo di letteratura imbattersi in modi di pensare simili a quelli cristiani, ma ciò non autorizza affatto a ipotizzare opere cristiane, bensì solo opere di un certo periodo e di un certo giudaismo. In effetti il cristianesimo ha dedotto la sua teologia da quella del giudaismo del suo tempo, ma l'ha applicata alla figura di Gesù. Non è il fatto che si parli del Figlio dell'Uomo che può far pensare a un influsso cristiano, ma il fatto che il Figlio dell'Uomo venga identificato con Gesù. Non è il fatto che si parli di Messia che può far pensare all'origine cristiana, ma che la messianicità sia attribuita a Gesù. Non è il fatto che qualcuno cercasse di fondare il proprio sacerdozio su Melchisedec che può far pensare all'origine cristiana, ma il fatto che questo Melchisedec sia in funzione di Gesù. Le aggiunte cristiane ai Testamenti dei XII patriarchi sono identificabili proprio su questa base: in un discorso teologico giudaico si innesta la figura di Gesù.
Comunque, il Rubinstein ha posto perfettamente il problema del rapporto fra 2HE e 2HM, fra il testo base e la sua "appendice". Il De Santos Otero chiama questa appendice "colofone": "como colofòn se anade..." 18.
Il Charles nella sua edizione degli Pseudepigrapha preferì non pubblicare 2HM, segno di un imbarazzo religioso evidente, specialmente se si considera che nell'edizione del 1896 l'aveva pubblicato. In realtà questa appendice è parte integrante dell'opera e la si capisce solo se letta strettamente unita alla prima parte.
Pur non essendo uno slavista, non so sfuggire all'impressione che si tratti di opera proveniente da mano diversa dalla prima: il discorso è più fluido, l'attenzione ai particolari è notevole, alcuni termini sono diversi da quelli usati in 2HE (almeno nella forma B): per esempio 2HM usa il termine "arcangelo" invece di "glorioso", cosa che difficilmente dipende dalla traduzione slava; 2HM usa l'espressione "Dio di tuo padre Enoc", che ricalca le bibliche "Dio di Abramo... Dio dei tuoi padri" con un significato ben preciso, espressione che non è documentata nella prima parte. Un fenomeno come questo non può dipendere dalla traduzione. La lingua del testo originale sembra però essere sempre l'ebraico, come l'Andersen sottolinea, pur lasciando aperto il problema (in effetti probabilmente insolubile in termini di certezza assoluta), se si tratti di ebraico o di "pseudobiblico" 19.
Si può anche aggiungere che la prima parte ha un senso compiuto da sola, mentre la seconda ha senso solo se letta dopo la prima. In conseguenza di ciò, penso che il Libro dei segreti di Enoc vada interpretato come opera unitaria, ma tenendo conto del fatto che 2HM è stato aggiunto da un secondo autore, il quale condivideva tutte le idee del primo autore, ma voleva confermare o spiegare meglio qualcosa, che per lui doveva essere molto importante e che, data la sua importanza, può gettare qualche luce sull'ambiente che produsse quest'opera.



4. La datazione.

Stando con la maggioranza degli studiosi, credo che 2Enoc possa essere datato al I secolo d. C. Il Charles proponeva il secolo che va dal 30 a. C. al 70 d. C. L'anno 30 a. C. è assunto a terminus post quem, perché l'autore conosce libri come il Siracide, la Sapienza, i Testamenti dei XII patriarchi, il Libro di Enoc. Il terminus ante quem è dato dal 70, perché l'autore scrive quando il tempio è ancora in piedi. In effetti (vedi commento al testo), se ho molti dubbi che l'autore parli del tempio di Gerusalemme, quando esce in esclamazioni del tipo "come è bello andare al tempio tre volte al giorno", è certo che parla di quello di Gerusalemme, quando critica i riti sacrificali che vi si compiono.
In quanto a 2HM, poiché è stato scritto necessariamente dopo 2HE, ha come terminus post quem la data di composizione di 2HE. Il terminus ante quem è rappresentato dall'Epistola agli Ebrei, la quale si rivolge a gente che conosce e vive il problema del sacerdozio di Melchisedec. Naturalmente il terminus ante quem deve essere inteso in senso lato, perché nulla vieta che le due opere siano più o meno contemporanee.


5. La lingua originale.

Quando il testo A era considerato più antico, la lingua proposta per l'originale era il greco: basti pensare al nome di Adamo interpretato secondo l'acrostico come anatolh, dusiV, arktoV, mesembria (XXX, 13). Oggi si tende invece (vedi soprattutto Andersen) a far notare come molte espressioni, pur arrivate allo slavo attraverso il greco, tuttavia mantengano il carattere di calchi ebraici. Ma a parte il problema della lingua, è il mondo interiore dell'autore che appartiene manifestamente a un ebreo colto e in urto col tempio di Gerusalemme del I secolo.
(certo è possibile che questo libro stesse alla base del Credo Esseno, che nella sua lungimiranza poteva aver trovato le fonti di una religione più pura e antica di quella Mosaica e precedente alla prima allenza di Abramo, infatti leggendo il Vangelo Esseno della pace si evince chiaramente come essi aborrivano i Sacrifici cruenti e nemmeno mangiavano Carne di nessun genere, come è giusto che dovrebbe essere.
Nel libro dei vigilanti di Enoch ci viene narrato di come furono i giganti, nati dall'unione degli angeli caduti con le donne umane, che iniziarono per primi a uccidere e a cibarsi prima degli animali e poi degli uomini, furono ancora gli angeli vigilanti(capeggiati da Azazel) che insegnarono agli uomini a fabbricare armi e corazze e a farsi la guerra(80 Gli insegnammo, a vostro vantaggio, la fabbricazione delle cotte di maglia, affinché vi proteggessero dalla vostra stessa violenza. Ne sarete mai riconoscenti? Sura XXI Al-Anbiyâ'. ), quale tradizione più antica e più pura (che avversa lo spargimento di sangue in qualsiasi forma) di questa può essere mai esistita sulla terra? questo era il tesoro degli Esseni! non oro, gioielli o quant'altro di materiale.[Matteo 13:52Ed egli disse loro: "Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli e simile ad un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche)

[Dal Vangelo Esseno Della Pace. I Sec. d.C]

( clicca sul testo per ingrandire)



Precetto fondamentale della morale del Libro dei segreti di Enoc è l'amore per tutti gli esseri viventi, che ha il suo fondamento, almeno per quanto riguarda l'uomo, nel fatto che Dio lo ha creato a sua immagine (cap. XLIV). Ma anche gli animali devono essere trattati dall'uomo secondo giustizia. Gli animali hanno un'anima simile a quella dell'uomo, ma non immortale. Essi sopravvivono alla morte in attesa del Grande Giudizio nel quale dovranno testimoniare contro coloro che li hanno offesi; solo dopo il Giudizio la loro anima sarà annientata (LVI, 6).
Questo tipo di morale, tutto incentrato sull'amore, ha fatto pensare a influssi cristiani (Vaillant): l'autore del Libro dei segreti di Enoc insiste sull'amore per tutte le creature più che sulla Legge, che sembra ignorare nei singoli comandamenti, preferendo riassumerla sotto i concetti generali di "dolcezza e pazienza", accompagnati da forte senso di ciò che oggi chiamiamo "interiorizzazione"; cfr. per l'interiorizzazione LXI, 5 e LXIII, 2; per la dolcezza e la pazienza, XLII, 13; L, 2; LI, 3; LXII, 1; LXVI, 6. Ma si tratta di atteggiamenti non nuovi al pensiero giudaico e, in ogni caso, già documentati in opere precristiane. Anche i Testamenti dei XII Patriarchi tendono a unificare la Legge sotto il comandamento dell'amore (cfr. Apocrifi, vol. I, 744 752).
Anche la pazienza, cioè la capacità di sopportare la sventura con serenità, pur sapendosi giusti, è virtù fondamentale per il nostro autore. Forse solo il giusto, proprio in quanto tale, è capace di questa upomonh.
Per quanto riguarda l'amore per gli animali, si pensa generalmente a un influsso iranico, ma non è necessario pensarlo diretto, perché già il Test. Neft., (V, 1) conosceva questo motivo. Lo sviluppo che il tema dell'amore per gli animali ha nel Libro dei segreti di Enoc è da collegarsi in ogni caso anche con problemi di carattere rituale, che hanno la loro radice nel particolare ambiente in cui nacque l'opera.
Ciò che caratterizza fortemente la morale del Libro dei segreti di Enoc è l'assenza del tema della fornicazione, nel senso lato che la parola aveva in quest'epoca (greco Porneia, ebraico zenut; cfr. sul problema in generale ROSSO UBIGLI, Alcuni aspetti... art. cit.). Di fronte al libro dei Giubilei (XXXIII, 20), che afferma essere la porneia il peccato più grave; di fronte ai Testamenti dei XII Patriarchi che vedono nella porneia la radice di ogni peccato (Test. Ruben, II-III); di fronte a Paolo (ICor., V, 1 sgg., VI, 13 sgg., ITess., IV, 3 segg.), il silenzio del Libro dei segreti di Enoc su questo tema anche in contesti, dove l'interesse per l'etica è principale, diventa qualcosa di più che un argumentum ex silentio.
Gli accenni a virtù diverse dall'amore sono rari: in LXIII, 3 si parla della povertà e in LXI, 5 e LXIII, 3 4 dell'umiltà, elementi che possono avvicinare il Libro dei segreti di Enoc a LP, al Nuovo Testamento e ai testi qumranici. Il fatto che si tratta di menzioni sporadiche non significa che queste virtù non siano apprezzate dall'autore del Libro dei segreti di Enoc: più probabile è che esse siano menzionate così di rado solo perché l'autore tende a concentrare il suo discorso intorno a nuclei essenziali. Nei riguardi dei poveri ha accenti di compassione e aiutarli è un dovere per chi può. D'altra parte evita i toni populistici di LP, per il quale la povertà era sinonimo di giustizia e la ricchezza era sinonimo di iniquità. Il povero deve essere umile nella sua condizione di pazienza, che è anch'essa virtù fondamentale, come già abbiamo visto Dio non accetta lo sprezzante (cfr. LXIII, 4 e note).
L'autore conosce anche il tema della futura discesa di Dio sulla terra (LVIII, 1 e XXXII, 1: quest'ultimo solo nella recensione A), quale è documentata per la prima volta in Giub., I, 26 e in numerosi passi dei Testamenti dei XII Patriarchi (cfr. Apocrifi, vol. I, p. 747), ma, a differenza dei testi precedenti, interpreta questa discesa un po' come la parusia cristiana: Dio dopo essere sceso sulla terra una prima volta, quando creò Adamo, vi tornerà di nuovo per il Grande Giudizio. Il Libro dei segreti di Enoc si colloca pertanto ancora una volta nella tradizione enochica e apocalittica, ma la interpreta in una maniera che, secondo lo schema storico di Giuseppe Flavio, potremmo definire di tipo farisaico.
Parte centrale del pensiero del nostro autore è considerata la sua speculazione sulla creazione e in questa si notano influssi iranici ed egizi. Credo comunque che nell'economia generale del pensiero dell'autore la cosa abbia un'importanza minore di quanto generalmente si pensi. Quando Enoc riassume ai figli il senso e gli elementi fondamentali della creazione (cap. LXV), scompare gran parte del bagaglio dottrinario della grande rivelazione (capp. XXIV XXXIV): ciò che resta è il nocciolo del significato religioso che la creazione ha per gli Ebrei. L'Andersen ha parlato di un primo tentativo di accordo fra scienza e fede ed è spiegazione valida; solo che, a differenza dell'uomo di oggi, che si sforza di trovare l'accordo, l'autore del Libro dei segreti di Enoc vede, legge nelle strutture delle sue conoscenze "scientifiche" lo svolgersi della grande opera narrata troppo brevemente dalla Bibbia: le stesse differenze fra il pensiero del Libro dei segreti di Enoc e quello biblico non dovevano essere sentite come motivo di scandalo, ma di approfondimento (vedi la creazione degli angeli, della quale la Bibbia non parla).
Punto nodale per la comprensione della teoria della creazione, è l'interpretazione dell'idea che Dio creò il mondo "dal non essere all'essere, dal non visibile al visibile". Se accettiamo l'interpretazione dei due membri della frase, "dal non essere all'essere" e "dal non visibile al visibile", come equivalenti, l'influsso iranico appare prepotente; ma se intendiamo i due momenti come l'uno successivo all'altro, in questo caso si tratterebbe di una risposta ebraica al pensiero greco e non solo greco: il mondo è creato; ma l'autore vuole le cose e gli esseri spirituali creati prima delle cose e degli esseri fisici. In altri termini, se la terminologia usata è in parte ("dall'invisibile al visibile") tipicamente iranica, questo non significa che il nostro autore abbia preso dal mondo iranico molto più della terminologia. Comunque, il pensiero dell'autore mostra, su questo punto, oscillazioni. Vedi commento introduttivo al cap. XXIV.
Interessante è la concezione dell'autore del Libro dei segreti di Enoc circa la possibilità che ha l'uomo di conoscere Dio. A differenza della tradizione enochica precedente, che aveva insistito sull'ineffabilità di tutto ciò che riguarda il mondo dello spirito, il nostro autore dichiara esplicitamente di aver visto Dio, ma questa è grazia particolare che conferma la validità della sua rivelazione. Per l'uomo comune la via è un'altra: egli troverà Dio nelle cose (cfr. Rom, I, 20).
Nell'insieme la figura di Enoc nel Libro dei segreti di Enoc risulta ridimensionata rispetto alla tradizione enochica precedente. Egli non è identificato col Figlio dell'Uomo come l'Enoc del LP (LXXI, 14) o come il Gesù dei vangeli sinottici. Non è nemmeno un intercessore, perché l'autore mette in bocca allo stesso Enoc la spiegazione come mai l'intercessione sia impossibile (cap. LIII). Non ha nemmeno funzioni sacerdotali, come in Giub., IV, 26, o di ordinatore del culto come in Giub., XXI, 10. Egli è solo colui che rivela ai fedeli della tradizione enochica le strutture celesti e la vera halakhah: suo compito specifico non è di essere giudice (come il Figlio dell'Uomo del LP), ma solo di annotare tutte le malefatte degli uomini per poterle leggere davanti a Dio nel giorno del Grande Giudizio (cap. L).
Date queste premesse riguardanti Enoc, l'esaltazione di Melchisedec di 2HM assume un valore tutto particolare che permette sia di inquadrare storicamente 2HM, sia di comprendere meglio 2HE; cfr. nota a XXXV, 2. Fin dal II sec. a. C. doveva esistere in Israele un sacerdozio che si rifaceva a Melchisedec, ma non al Melchisedec del racconto biblico, bensì a una figura celeste, certamente derivata da quella biblica, ma da quella nettamente diversa per essere stata innalzata fino a diventare un elohim 25, con funzioni altissime che la Bibbia riservava a Dio solo, quali l'esecuzione del Giudizio o almeno della grande vendetta. Questo Melchisedec celeste ci è presentato da un frammento qumranico del I sec. a. C. (IIQMelch.), il quale riferisce a questo Melchisedec celeste Is., LXI, 2 (senat rason YHWH), che diventa senat rason Melkisedeq (1. 9). E questo Melchisedec ha un suo "partito" sulla terra, che è rappresentato dagli "uomini del partito di Melchisedec" ('anse goral Melkisedeq). D'altra parte la figura del Melchisedec celeste doveva essere anteriore al testo di IIQ che ce ne parla, perché il libro dei Giubilei, che è databile al II sec. a. C. e che aggiunse tanti particolari al racconto biblico della Genesi, omise proprio l'episodio di Melchisedec. In questa omissione una polemica antimelchisedechiana è evidente. Forse in passato si poteva pensare a una polemica antiasmonaica, ma la scoperta di questo frammento di Qumran che parla della figura celeste di Melchisedec, lascia pensare che l'oggetto della polemica sia un altro partito religioso, un'altra setta o un'altra frangia della stessa setta. Comunque, una conferma dell'esistenza di questo Melchisedec celeste può essere data anche dal frammento 4QAmramb, che non parla di Melchisedec, ma di un antagonista del bene che si chiama Mlkyrs' evidentemente opposto al primo. Sembra inoltre che gli Asmonei usassero giustificare la propria posizione di sacerdoti e di principi rifacendosi piuttosto a Ruben 26.
Sembra, dunque, che accanto a una tradizione enochica, che nel II secolo a. C. doveva già essere abbastanza antica, se ne sviluppasse un'altra che faceva riferimento a un altro essere superumano, a Melchisedec. Un'altra tradizione, certamente più tarda (I sec. a. C. in fine), svilupperà in questo stesso senso la figura del Figlio dell'Uomo, la quale si distingueva dalle prime per le sue caratteristiche sempre più, se così può dirsi, celesti. Egli infatti era stato creato prima delle cose (1Enoc [LP], XLVIII, 3) e non aveva nome umano. Questo favorì probabilmente il fenomeno di assimilazione della sua figura con altre: i vangeli identificano con lui Gesù; un'interpolazione giudaica (vedi questa stessa opera, vol. I, pp. 571-2) del LP (1Enoc, LXXI, 14) identifica con lui Enoc stesso. Adesso si può dire qualcosa di più circa l'ambiente in cui sorse la variante "Tu (Enoc) sei il Figlio dell'Uomo". Era quello dei sacerdoti enochiani che vedevano nella figura di Enoc non solo un grande rivelatore, ma anche un giudice, un salvatore e, probabilmente, il fondamento del loro sacerdozio 27.
L'autore di 2HM cerca di fondere in un'unità le due tradizioni: da un lato ribadisce la grandezza di Enoc, ma solo come rivelatore, dall'altro accetta che esista un solo vero sacerdote, il Melchisedec superumano della tradizione che abbiamo chiamata melchisedechiana in mancanza di meglio. D'altra parte questo Melchisedec prediluviano è legato in qualche modo alla famiglia di Enoc, perché nasce virginalmente da Sofonim, moglie di Nir, fratello di Noè e quindi discendente di Enoc.
Formalmente il testo di 2HM è molto diverso da quello di 2HE: 2HE, pur non essendo una visione, tuttavia ha il suo centro in un viaggio celeste, dove Enoc vede la struttura del cosmo. Ma 2HM è ancora più lontano dal genere (nel senso formale del termine) apocalittico. Tutto si fa racconto: se non fosse fantasia, sembrerebbe storia.
Per concludere, qualche parola sul rapporto fra 2HM e l'Epistola agli Ebrei. Il rapporto contenutistico è evidente. Anche nella Epistola agli Ebrei appare la figura di Melchisedec, questa volta quello biblico, ma con caratteri superumani come quello di IIQMelch e del Libro dei segreti di Enoc ("egli è senza padre e senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni, né fine di vita, fatto simile al Figlio di Dio, e rimane sacerdote in eterno" [VII, 3]). L'autore della Lettera deve conoscere tutte le speculazioni su Melchisedec. Sembra concedere che in effetti questo Melchisedec ha caratteri superumani, ma insiste che le sue funzioni sono da attribuirsi a Gesù. E' con ciò confermata la tesi avanzata da Vivian A. 28 che i destinatari della Epistola agli Ebrei erano dei sacerdoti esseni. 2HM e l'Epistola agli Ebrei devono essere opere molto vicine nel tempo.


Tratto da:

Questa è la Mia parola
A e Omega
Il Vangelo di Gesù
La rivelazione del Cristo
che il mondo non conosce
1ère édition 1991
Editeur
© Verlag DAS WORT GmbH

33° CAPITOLO

In merito ai sacrifici di sangue e al perdono dei peccati - Guarigione presso la piscina di Betsaida
Le concessioni di Mosè, necessarie per quei tempi,
divennero leggi (1-3). Sacrifici di animali e alimentazione a base di carne - Le norme prescritte dagli uomini legano; Dio è amore e libertà illimitata (4-14)

1. Gesù istruiva i Suoi discepoli nell'atrio esterno del tempio ed uno di loro Gli disse: "Maestro, i sacerdoti dicono che non esiste il perdono dei peccati senza spargimento di sangue.(Ebrei 9:22 E secondo la legge, tutte le cose sono purificate col Sangue; e senza spargimento di sangue non c'è remissione dei peccati. - Levitico 17:11 Poiché la vita della carne è nel sangue. Per questo vi ho ordinato di porlo sull'altare per fare l'espiazione per le vostre persone; perché il sangue è quello che fa l'espiazione, per mezzo della vita.)
I sacrifici di sangue prescritti dalla legge possono togliere i peccati?”

2. E Gesù rispose: "Nessun sacrificio di sangue, di animali, uccelli o uomini, può togliere i peccati. Come può infatti essere cancellata una colpa versando sangue innocente? No, anzi, esso ingrandirà ancor più la colpa."

3. Certo i sacerdoti ricevono tali sacrifici come riconciliazione da parte dei credenti per le trasgressioni commesse contro la legge di Mosè, ma per i peccati contro la Legge di Dio non esiste perdono, se non attraverso il pentimento e il miglioramento. (Cap. 33, 1-3)

Io, il Cristo, chiarisco, rettifico

ed approfondisco la parola

Mosè portò i Dieci Comandamenti di Dio. Quando riconobbe che gli Israeliti non erano in grado di metterli in pratica in breve tempo, dato che la maggior parte di loro aveva pensato ed agito per decenni contro i Dieci Comandamenti, fece loro delle concessioni per condurli all'esperienza interiore tramite l'autoconoscenza. Molti Israeliti non rispettarono nemmeno le concessioni e continuarono ad essere schiavi dell'idolatria. Dopo alcune generazioni, a causa della loro caparbietà, gli Israeliti trasformarono queste concessioni in leggi.

I sacrifici di animali sono contro la Legge di Dio ed anche contro i Dieci Comandamenti.

4. Non sta forse scritto nei profeti: prendete i vostri sacrifici di sangue ed i vostri olocausti ed aboliteli?
(Osea 6:6 8:11,13. AMOS 5:21,27. Isaia 1:11,16. Romani 14.20,23. e molti altri)
Smettete di mangiar carne, poiché Io non ne parlai ai vostri padri, né lo comandai loro quando li liberai dall'Egitto. Ho comandato invece:

5. Ubbidite alla Mia voce e percorrete le vie che vi ho comandato e diverrete il Mio popolo e starete bene. Ma essi non erano disposti a farlo e non ascoltarono.(qui sta chiaramente citando Geremia 7:21,27.)

6. E che cosa vi comanda l'Eterno se non di esercitare giustizia e misericordia e di camminare umilmente con il vostro Dio? Non sta scritto che in principio Dio destinò a tutti gli esseri in carne ed ossa di cibarsi dei frutti degli alberi, dei semi e delle erbe?(questo è scritto nel "Vangelo Esseno Della Pace". si rifà a Genesi 1:29,30.)

7. Ma della casa di preghiera hanno fatto una spelonca di ladri
(Geremia 7:11.)
e anziché compiere sacrifici puri d'incenso hanno imbrattato di sangue i Miei altari ed hanno mangiato la carne degli animali macellati.
(Geremia 7:30.)

(QUESTO LO AGGIUNGO IO: HANNO FATTO ANCHE DI PEGGIO;)
Geremia 7:31 Hanno costruito gli alti luoghi di Tofet nella valle del figlio di Innom,
per bruciarvi nel fuoco i loro figli e le loro figlie;
cosa che io non avevo comandata
e che non mi era venuta in mente.

Michea 3:1 Io dissi:
"Ascoltate, capi di Giacobbe,
voi governanti della casa d'Israele:
Non spetta forse a voi conoscere la giustizia?
2Nemici del bene e amanti del male,
voi strappate loro la pelle di dosso
e la carne dalle ossa".
3Divorano la carne del mio popolo
e gli strappano la pelle di dosso,
ne rompono le ossa e lo fanno a pezzi
come carne in una pentola, come lesso in una caldaia.

altro che mangiare carne di animali, questi sono arrivati ad arrostire i loro stessi figli e a mangiarseli!
Lamentazioni 2:20 "Guarda, Signore, e considera;
chi mai hai trattato così?
Le donne divorano i loro piccoli,
i bimbi che si portano in braccio!

Lamentazioni 4:10 Mani di donne, già inclini a pietà,
hanno cotto i loro bambini,
che sono serviti loro da cibo
nel disastro della figlia del mio popolo.

e contrariamente a quanto si crede ciò non avenne solo "Durante l'assedio e l'angoscia alla quale li riduceva il nemico" (come è stato profetizzato da Mosè nelle maledizioni in Deuteronomio 28:53) ma anche prima, purtroppo il cannibalismo era usanza fin troppo diffusa e comunemente accettata.
(e ci si meraviglia di tutte le disgrazie che gli sono venute addosso nella storia?)

8. Ma Io vi dico: non versate sangue innocente, né mangiate carne. Siate onesti, amate la misericordia ed agite rettamente e le vostre giornate saranno lunghe sulla terra.(AMEN! QUESTA E' LA VERA PAROLA DI DIO!)

BE VEG
GO GREEN
SAVE THE PLANET.

Michea 6:
5
Popolo mio, ricorda le trame

di Balàk re di Moab,
e quello che gli rispose
Bàlaam, figlio di Beor.
Ricordati di quello che è avvenuto
da Sittìm a Gàlgala,
per riconoscere
i benefici del Signore».
6 Con che cosa mi presenterò
al Signore,
mi prostrerò al Dio altissimo?
Mi presenterò a lui con olocausti,
con vitelli di un anno?
7 Gradirà il Signore
le migliaia di montoni
e torrenti di olio a miriadi?
Gli offrirò forse il mio primogenito
per la mia colpa,
il frutto delle mie viscere
per il mio peccato?
8 Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono
e ciò che richiede il Signore da te:
praticare la giustizia,
amare la pietà,
camminare umilmente con il tuo Dio.

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